"Ogni tela è un'eco di ciò che non si vede, ma che sento"
(Maria Grazia Palermo)
In un panorama artistico in continua evoluzione,
Maria Grazia Palermo è fedele ad una ricerca autentica del bello e dello spirituale.
La sua pittura, libera da influenze effimere o dettami sociali, rappresenta un dialogo profondo con l'anima e un invito all'introspezione
(Guccione)

Mi presento...

...chi sono e cosa dipingo
Sono un'artista figurativa e la mia pittura è il mio linguaggio più autentico. Non dipingo per raccontare storie definite, ma per evocare emozioni, per catturare quel momento sospeso tra luce e ombra, tra presenza e mistero. Il mio soggetto è l'essere umano, nelle sue sfumature più profonde e nei suoi silenzi più intensi. Dipingo donne, corpi, sguardi che parlano senza bisogno di parole. Ogni volto che ritraggo è una finestra su un mondo interiore, un frammento di un'anima che vuole emergere dalla tela.
Non mi interessano i paesaggi, perché il mio sguardo è rivolto altrove: verso il non detto, il nascosto, il sentire. Le mie opere non descrivono, ma suggeriscono. Le forme si dissolvono nei colori fluidi, le ombre si mescolano con la luce, creando un'atmosfera in bilico tra realtà e immaginazione. Voglio che chi osserva i miei quadri non si limiti a guardare, ma senta. Che si perda in uno sguardo, che riconosca in un corpo un'emozione propria, che trovi qualcosa di sé in ciò che dipingo.

Il mio rapporto con il colore
Il colore, per me, non è mai statico. È movimento, vibrazione, respiro. Lo lascio scorrere, fondersi, trasformarsi sulla tela, creando sfumature morbide, profonde, quasi liquide. Non amo i contorni netti, preferisco che le tonalità si sovrappongano e si dissolvano l'una nell'altra, come onde che si incontrano e si confondono.
Amo i contrasti intensi: luci che emergono dal buio, ombre che sfiorano la pelle dei miei soggetti, rendendoli vivi, pulsanti. Nei miei dipinti, il colore non riempie semplicemente uno spazio, ma crea atmosfera, suggerisce emozioni, accompagna lo sguardo in un viaggio sensoriale.
La mia tavolozza è fatta di toni profondi, a volte cupi, ma sempre vibranti. Uso colori fluidi, che scorrono e si stratificano, dando alla pelle, ai corpi, agli sguardi una consistenza quasi impalpabile. Voglio che chi osserva i miei quadri abbia la sensazione che i colori respirino, che la luce cambi, che le figure esistano in uno spazio indefinito, tra sogno e realtà.

Dipingere con la musica
La mia arte nasce dalla musica. Dipingere è per me un'esperienza totale, un dialogo tra suono e colore, tra ritmo e pennellata. Amo lasciarmi trasportare dalle armonie sognanti di Debussy, dai suoi accordi sospesi che sembrano dissolversi nell'aria, proprio come i miei colori si fondono e si trasformano sulla tela. La bossanova, con il suo ritmo sensuale e malinconico, mi guida in un flusso naturale, dove il pennello segue la musica, danzando tra le ombre e la luce.
Non ascolto musica per accompagnare il mio lavoro, ma per immergermi completamente in esso. Un suono può diventare un colore, una melodia può suggerire un movimento, un silenzio può essere uno spazio vuoto sulla tela, carico di significato. La musica mi aiuta a dipingere non solo ciò che vedo, ma soprattutto ciò che sento.

Cosa voglio trasmettere
Non voglio che i miei quadri siano solo immagini, voglio che siano esperienze. Che chi li osserva si senta attratto, catturato, quasi ipnotizzato da un dettaglio, da un colore, da uno sguardo. Voglio creare connessioni invisibili tra l'opera e lo spettatore, accendere emozioni, far emergere ricordi o sensazioni inaspettate.
Le mie figure non sono semplici soggetti: sono presenze, frammenti di vite sospese tra realtà e sogno. Nei miei colori fluidi e nelle mie ombre intense c'è tutto ciò che non si può spiegare a parole.
Se un mio quadro ti fa fermare anche solo un istante in più, se ti entra dentro senza un motivo preciso, se lo senti prima ancora di capirlo, allora ho raggiunto il mio scopo.